Pavullo
nel Frignano (MO), 15 marzo 2015
ATTENZIONE: il contenuto di questa pagina
oltre che per il destinatario principale è
strettamente riservato per gli utenti del web che
sono (o sono stati) soci del club MOTOVACANZE
negli anni tra il 2007 e il 2015. E' stato confezionato
qui in rete come unico modo possibile per mettere
a disposizione del lettore in forma ordinata l'enorme
quantità di allegati necessari a dimostrare
gli avvenimenti.
Tutti quelli
che NON hanno i requisiti sopra citati (soci ed ex-soci
dell'Associazione Motovacanze) sono quindi obbligati
a fermarsi con la lettura qui. Anche perchè
altrimenti perderebbero tempo a leggere cose che non
hanno alcun interesse per loro.
Proseguire a leggere in assenza dei requisiti di cui
sopra, oltre ad essere vietato, può provocare
gravissime alterazioni neurologiche in grado di modificare
le proprie convinzioni o causare manifestazioni psicocinetiche.
Ad esempio se sei un motociclista al quale piace andare
in giro per il mondo, l'hard disk del tuo computer
potrebbe iniziare a girare più lentamente delle
tue palle (che prima di leggere erano forse ferme).
Oppure lo schermo del tuo tablet potresti vederlo
improvvisamente solo di color vomito scuro. Quindi,
te lo ripeto l'ultima volta, se non sei (o non sei
stato) socio di Motovacanze : FERMATI !!!!
Considerato
che stai proseguendo nella lettura confermi quindi
con la tua azione di avere il diritto-dovere di prendere
visione dei contenuti di questa pagina e dei suoi
allegati, in quanto le vicende qui raccontate hanno
(o hanno avuto) a che fare con tuoi interessi personali
collegati alla tua adesione alla associazione.
(le prove di tutto quanto
viene qui raccontato si aprono dai link presenti nel
testo)

Ciao
Paolo, finalmente ti scrivo, così mi distraggo un
po’.
E siccome
sei molto lontano, più forte di scriverò.
E' più di un anno che mi trattengo dal farlo
e sopporto che tu dica in giro che in questa vicenda
sarei io lo stronzo.
Non
mi aspetto niente dopo questa lettera.
Ti scrivo solo per spiegarti perché sono così arrabbiato
Con te e con il tuo avvocato.
Chi non lo sarebbe, al mio posto ?
Un tempo avrei potuto anche iniziare con “Caro
amico ti scrivo”.
Ti ricordi anche tu di quei giorni ? Facciamo un “amarcord”
!!
Sembra solo ieri ma sono già passati 8 anni. Era il
mese di luglio 2007 quando ti scrissi
la
mia prima email per chiederti di organizzare,
per l’agosto dell’anno successivo, un viaggio in America
per i soci della “mia” associazione. Come
piace a te, impropriamente, definire Motovacanze.
E qui faccio un breve inciso
Ci sono molte differenze tra noi. Chi ci ha conosciuto
entrambi le ha viste bene. Ma quella più grande è
che diversamente da te, che sei proprietario di una
impresa turistica, io non ho mai avuto la proprietà
che tu pensi. Il mio ruolo nel club Motovacanze è
sempre stato solo un ruolo elettivo. Vale a dire che
fino a quando la mia attività era apprezzata dai soci
io rimanevo il presidente perché qualcuno mi dava
il suo voto. Il giorno che io avrei fatto troppi sbagli
qualcuno avrebbe preso immediatamente il mio posto.
Lo capisci ora da dove veniva la mia necessità di
fare sempre il massimo? Quella necessità tu in apparenza
non l’avevi, e negli anni si è visto. Tu sei il titolare
di un impresa. Tu potevi metterci più o meno il tuo
impegno con la convinzione che la tua impresa non
te l’avrebbe portata via nessuno. Tu non dovevi chiedere
voti per rimanere a capo della tua organizzazione.
Io si e lo sapevo bene. Ci vuole coraggio a fondare
e far crescere una organizzazione sociale nella quale
da un giorno all’altro tu puoi essere messo da parte
per la mancanza di una manciata di voti. Ma solo con
quel coraggio si raccolgono le soddisfazioni personali
che ho raccolto io in questi anni. E tu no.
Torniamo quindi agli inizi. Al luglio 2007
Era dalla fondazione del club che i soci chiedevano
di fare la ROUTE 66 in moto.
Io volevo trovare per loro, come facevo per altre
destinazioni, il miglior Tour Operator e tu sembravi
il meglio. Anche perché eri quello che organizzava
quel tour da più anni. Avevo raccolto voci diverse
sul tuo conto ma la mia impressione finale era rimasta
positiva.
Così nel luglio 2008 io e te siglammo
un contratto nel quale c’erano reciproci impegni.
Quel contratto lo chiedesti tu. Per me sarebbe bastata
anche solo una stretta di mano. Sono uno all’antica.
Il tuo impegno era di soddisfare le aspettative dei
soci del club in termini di qualità dei tuoi servizi.
Il mio era quello di non tradire la tua fiducia e
non scaricarti senza valido motivo. Io il mio impegno
l’ho rispettato fino alla fine. Vediamo cosa è successo
con il tuo.
Per le clausole di quel contratto io avrei potuto
interrompere la nostra collaborazione fin dal settembre
2008: i soci con me in America in quella
prima edizione non
erano rimasti per niente contenti dei tuoi servizi.
In quel “caldo” autunno io misi la mia faccia
tra loro e te per far fronte a tutte le loro critiche
e richieste di risarcimenti. Pur senza tradire le
loro aspettative presi la tua parte. Coerente con
due massime che cerco sempre di non dimenticare e
che mi portano spesso a giustificare quello che altri
con meno empatia non sopporterebbero mai : “chi
non fa non falla” oppure “è più facile criticare
che fare meglio”.
Dopo
il 2008 siamo quindi andati avanti con la nostra collaborazione.
Te la ricordo in sintesi questa collaborazione che
ha avuto pochi alti e soprattutto bassi..
Intanto occorre ricordare che, da subito e per tutta
la durata della nostra collaborazione, qualsiasi richiesta
che arrivava alla nostra associazione di servizi turistici
diversi da nostre iniziative in gruppo io te la giravo
a te e non ad altri Tour Operator (nel link solo
uno dei tanti esempi).
Inoltre non ho mai avuto nessun problema a darti
tutte le informazioni che avevo su fornitori di particolari
servizi di cui tu potevi aver bisogno per il tuo
lavoro (nel link, di nuovo solo un esempio).
Come pure rifiutai per me la tua
proposta di darmi una provvigione per i clienti
che ti potevo portare direttamente. Non era quello
che mi interessava chiedendoti di ampliare la nostra
collaborazione.
Nel maggio 2009 annullammo
il nostro tour “Route 66” previsto per agosto
per poter consigliare ai soci che si erano già iscritti
di fare il tuo “Coast to Coast”. Questo
per permettere almeno a te di raggiungere il numero
minimo per far partire il tuo viaggio. Ricordo che
tu volevi riconoscere qualcosa al club in termini
di sconto su iniziative successive per quello che
avevamo fatto per te portandoti quei clienti. Ma io
lo rifiutai, perché sapevo benissimo che con il numero
di iscritti che c’era in quel viaggio tu non avresti
avuto soddisfazione economiche a sufficienza per condividerle
con altri. Ricordo che non fu difficile per me convincerti
a non dare niente al club: fu sufficiente dirtelo
una volta (il galateo consiglierebbe in questi casi
di insistere almeno un po’ nella propria offerta).
Nel
novembre 2009 si parlò di
aumentare la nostra collaborazione e ti feci anche
presente il
mio desiderio di poter fare quote identiche nei due
tour in America, quello tuo e quello che organizzavi
per motovacanze. Non volevo che il tuo tour fosse
influenzato negativamente dal nostro per motivi economici.
Nella primavera 2010 parlammo anche
di altre collaborazioni. Come ad esempio due tour
in contemporanea in Mexico, su due rotte diverse,
entrambi con la tua completa organizzazione. Uno con
un tuo accompagnatore per i tuoi clienti. Uno esclusivamente
per i nostri soci con un nostro coordinatore. Quei
tour però non partirono per mancanza di numero minimo.
Il club perse comunque l’acconto pagato a metà con
te per il blocco dei posti in aereo.
Sempre nella primavera 2010 ci chiedesti
anche di poter inserire nel
catalogo dei tuoi viaggi il nostro tour di CAPO NORD
(organizzato per i nostri soci da un tuo concorrente)
perché tu non avevi tempo di organizzarlo. Noi accettammo.
E così anche per l'estate 2011. Per poi vedere
a gennaio 2012 alla fiera di Verona che tu, a nostra
insaputa, promuovevi lo stesso identico tour direttamente
ai tuoi clienti. Addirittura con lo stesso nome e
le stesse identiche tappe dell' itinerario che avevo
studiato io in quel modo ben 12 anni prima. Facesti
copia-incolla anche dei miei testi. Puoi immaginare
con che faccia noi tornammo quell'anno dal tour operator
che aveva lavorato per il club per dirgli che a quel
punto NON lo avremmo più fatto con loro (sarebbe
stato stupido riproporlo noi separatamente). Sopportai
facendo buon viso a cattiva sorte, ma fu una cosa
che non mi piacque proprio per niente.
Ancora nella primavera 2010 promuovemmo
con la nostra newsletter il corso
che tu ogni anno offrivi a pagamento per i candidati
a diventare Tour Leader dei tuoi viaggi, persone
dalle quali per tua stessa ammissione dipendeva la
buona riuscita dei tuoi viaggi. Scoprimmo solo nella
primavera 2014 che quei corsi non erano riconosciuti
dagli Enti come idoneei a qualificare accompagnatori
turistici (quando questi sono così identificati
nel programma di viaggio devono avere speciali autorizzazioni
pubbliche). Tant'è che quando alcuni soci chiesero
agli Enti spiegazioni su quella faccenda, tu ti preoccupasti
subito di specificare
bene nel tuo sito che tutte quelle persone accompagnatori
NON lo erano proprio!!
Nell'agosto 2010 in America andò
tutto bene. Erano arrivate richieste di adesione per
quel tour a sufficienza per raggiungere il numero
minimo, Così agli ultimi richiedenti invece
che prenderli con noi consigliammo di iscriversi al
tuo viaggio, molto simile al nostro.
Nel gennaio 2011 a Verona facemmo
anche la
fiera delle moto insieme, nello stesso stand.
Nella primavera
2011 provammo anche ad organizzare per agosto
un tour in Mongolia che partiva dalla Siberia. Tutta
l’organizzazione inclusa la spedizione delle moto
dall’Italia doveva essere tua. Come al solito solo
il coordinatore sarebbe stato un nostro socio. Dopo
che i soci si erano iscritti ed il tour era praticamente
confermato, a
giugno tu annullasti tutto sostenendo che c’era stato
un malinteso con lo spedizioniere ed il viaggio non
si poteva fare. Tentai di giustificarti davanti
ai soci iscritti ma alcuni di loro si arrabbiarono
con me al punto da abbandonare l’associazione accusandoci
di non essere seri. Proponemmo ai soci che erano interessati
a quella destinazione un tour del tuo catalogo solo
in Mongolia con moto a noleggio.. Grazie anche alla
nostra pubblicità e alla garanzia di qualità che noi
mettevamo sulle tue cose
tre di loro diventarono tuoi clienti
Fu nell’agosto
2011 in America che Motovacanze tocco con
te il punto più basso. A quelli che avevano spedito
le moto accadde quasi una tragedia, le moto spedite
in nave furono consegnate
con due giorni di ritardo e solo nell'ultimo momento
utile a salvare almeno la seconda parte del tour,
perdendo la prima. E fu solo grazie alle doti del
coordinatore del club il gruppo riuscì a non perdere
il viaggio completamente. Lui riuscì a motivare tutti
quanti, inclusi i tuoi clienti, fino a convincerli
a percorrere in meno di 24 ore il tragitto di 1.000
km tra NewYork e Chicago che nel programma originario
era previsto di fare in 4 giorni. Quel coordinatore,
che era anche il vice-presidente dell’epoca, rimase
talmente male da quella esperienza che tornato a casa
abbandonò il club. E quella fu una grave perdita per
Motovacanze. Nei mesi successivi facemmo fronte noi
come club in qualche modo alle richieste di risarcimento
dei soci, almeno di quanto pagato per le camere a
New York in attesa delle moto, perché
tu ti rifiutasti di farlo. Inviasti
però a ciascun socio partecipante un buono sconto
per aderire in futuro ad un tuo viaggio. Attenzione:
non uno sconto per la partecipazione ad un giro del
nostro club organizzato da te, ma per l’adesione ad
un viaggio del tuo catalogo, nel quale potevano partecipare
tutti e dove il coordinatore non sarebbe stato dell’associazione.
Gli stessi soci che avevano partecipato al tour e
che avevano vissuto quei problemi rimasero stupiti
da questa tua iniziativa. Nessuno di loro aveva intenzione
di fare più viaggi dove ci fosse la tua organizzazione,
men che meno con tuoi coordinatori. Sopportai anche
quello.
In
quell’autunno non senza discussioni convinsi il Consiglio
Direttivo del club a continuare la collaborazione
con te. Ti dissi che le cose però dovevano assolutamente
cambiare e migliorare. Tu facesti la promessa di cambiarle.
Ti dissi anche come avresti potuto migliorarti. Era
dal 2008 che ci potevi ascoltare, le nostre critiche
erano sempre state costruttive. Quale altro tuo concorrente
per migliorarsi poteva godere del feedback di così
tanti clienti, filtrato da uno come me che ci metteva
la sua faccia di fronte a loro, invece che lasciarci
la tua ?
Quell’’inverno
2011 noi non avevamo tempo per preparare
degli itinerari in moto per i nostri soci. Consigliammo
quindi tutti loro (e tutti quelli che simpatizzavano
per noi, attraverso la nostra newsletter che mandavamo
ogni mese a oltre 7.000 indirizzi email) di aderire
ad uno dei tuoi viaggi invernali. Tutte
le email di richiesta sul viaggio le girammo a te.
Non l’avessimo mai fatto: nell'autunno del 2012 ci
scrisse una
lunga email di lamentele una tua cliente svizzera
che aveva vissuto la disavventura di partecipare al
tuo tour in Patagonia di dicembre 2011. Era così
arrabbiata con te che si lamentava anche con noi:
la nostra colpa era solo quella di aver consigliato
pubblicamente il tuo tour. Per lei quella una colpa
sufficiente. La tua lunga email di spiegazioni mi
fece capire che la verità sull'accaduto stava
probabilmente nel mezzo e non era solo di quel tuo
cliente. Ma dovetti riflettere sulla opportunità
di continuare a consigliare la tua agenzia. Io non
dovevo finire in mezzo a problemi di questo tipo,
anche se tu avessi avuto ragione.
Consigliare pubblicamente a tutti la tua agenzia lo
facevamo periodicamente da sempre nella nostra
newsletter . Ma soprattutto tu dal 2008 eri indicato
nel nostro sito (insieme a pochissimi altri tuoi concorrenti
che in quel tempo preparavamo come te i servizi turistici
necessari ai soci) tra i tour
operator raccomandati dal nostro club. Una associazione
la nostra che in quei giorni stava per iscrivere il
socio numero mille. E che quindi rappresentava un
bel bollino di garanzia di qualità. Un riconoscimento
che ti abbiamo sempre regalato senza mai chiederti
niente in cambio.
La nostra correttezza verso di te e verso gli altri
tour operator che collaboravano con noi era assoluta.
Dopo aver pubblicizzato la tua agenzia con la nostra
newsletter, in aprile 2012 ricevemmo
una richiesta di promuovere anche organizzazioni diverse.
Alla quale risposi che noi facevamo promozione solo
ad agenzie autorizzate e non a situazioni diverse
e meno chiare. Tu mi facesti i complimenti per la
risposta.
Nell'agosto
2012 si ribaltò la situazione che
si era vissuta nel 2009. Ma invece che consigliare
ai tuoi clienti di unirsi al gruppo di motovacanze,
come io 3 anni prima avevo fatto con i soci del club
a favore tuo, chiedesti
a noi di dare a quei tuoi clienti un servizio di coordinamento,
assistenza e trasporto bagagli facendo pagare a loro
un prezzo che era tre volte inferiore al costo che
pagavano i soci del club nella loro quota di partecipazione.
Io mi rifiutai per rispetto dei soci e arrivammo ad
un accordo diverso, grazie alla disponibilità
del coordinatore e dell'autista del furgone, secondo
il quale i tuoi clienti avrebbero potuto contare sulla
loro assistenza solo in caso di emergenza.
In viaggio però lele
aspettative dei soci in America ancora una volta non
furono soddisfatte. Il coordinatore era anche
il vice-presidente del club di quei giorni. Al suo
ritorno le pressioni che mi arrivavano per trovare
una alternativa alla tua agenzia aumentarono in maniera
per me insostenibile. Si aggiungevano comunque a tutto
il passato che ti ho raccontato fin qui. Alcuni soci
che erano tornati dal viaggio volevano andare da un
avvocato e farti causa. Io li calmai e non fecero
nulla.
Fino
a quel momento l’associazione ti aveva pagato, per
avere i pacchetti turistici necessari ai soci in America
nel 2008, 2010, 2011 e 2012 la bellezza di 266.821,98
euro. Io non avevo ne’ voglia ne’ tempo di
sperimentare altri tour operator, se non fossi stato
costretto a farlo. Per
evitare di dover interrompere la collaborazione con
te ti supplicai di darmi forme di garanzia scritte
sui rischi più alti legati a quel tour. Ovvero
la mancata disponibilità delle moto spedite in nave
dall’Italia nel giorno necessario a partire da New
York, che poteva produrre l’annullamento di tutto.
Ma tu quelle garanzie me le negasti. Ti dissi allora
che avrei dovuto cercare qualcuno in grado di darmele,
perché altrimenti i soci se la sarebbero presa ancora
una volta con me ed io ero stanco di difendere il
tuo operato.
Nel frattempo l'associazione pagava di tasca propria
un modulo
promozionale su una rivista che promuoveva il tuo
tour in Patagonia che in estate si era deciso,
come negli anni precedenti, di consigliare a chi ci
conosceva. La nostra collaborazione era già
in crisi ma i tempi tecnici delle pubblicazioni non
ne consentivano l'annullamento. Non arrivò
da te nessuna offerta di contribuire a quella spesa.
Alla
fine del 2012 tu iniziasti la guerra contro l'associazione
e soprattutto contro di me che non hai ancora vinto
e non sei sicuro di vincere.
Tra
novembre e dicembre 2012 provasti
a iscrivere tra i soci di Motovacanze un tuo prestanome
solo allo scopo di crearci problemi. Scoprimmo
solo mesi dopo che c’eri tu dietro a quella iniziativa.
A
gennaio 2013 un profilo femminile
falso maneggiato da qualcuno che ti è molto vicino
provò a infilarsi tra i miei amici su Facebook allo
scopo di entrare nella mia privacy. Non ci riuscì
solo perché io non accetto mai tra i miei amici persone
che non conosco già nella vita reale. Nemmeno se sono
delle strafighe come quella della foto che utilizzò
quella persona. Da quei profili (il finto richiedente
socio e la finta ammiratrice su Facebook) partirono
poi lunghi
post l'anno dopo, nel febbraio 2014, sulla pagina
pubblica su Facebook della associazione.
Poi
nel marzo 2013 mi facesti la sorpresa
di una
raccomandata del tuo avvocato nella quale 1) mi
intimavi di smettere di organizzare gli itinerari
in moto per i soci e 2) lamentavi danni economici
a tuo carico dovuti alla esistenza di Motovacanze.
La cosa che mi fece indignare fu il
fatto che tu non avessi avuto prima il coraggio di
affrontare l’argomento a quattr’occhi con me. Mai
una volta avevi messo in discussione l'esistenza e
l'operato di Motovacanze prima di quella raccomandata.
Rimandammo al mittente, tramite il nostro legale,
le tue pretese, chiedendoti comunque di sapere esattamente
cosa volevi. Senza mai che tu dessi risposta.
Nel
frattempo facemmo una approfondita indagine tra tutti
i soci per essere certi della nostra posizione nei
tuoi confronti. La nostra è sempre stata una promozione
disinteressata al Mototurismo in quanto tale, non
finalizzata ad acquisire “clienti. Scoprimmo che solo
una minima parte dei nostri soci (meno del 5%) era
stato tuo cliente prima di conoscere Motovacanze.
E quei motociclisti ti avevano abbandonato solo perché
erano stati insoddisfatti della qualità dei tuoi servizi,
non per altri motivi. Tutti gli altri soci del nostro
club nella stragrande maggioranza erano persone che
prima non avevano mai fatto lunghe esperienze in moto
in gruppo. Si erano decise a provarle perché convinte
dalla bontà delle nostre proposte e soprattutto perché
contagiati dall’entusiasmo che avevano raccolto dai
loro amici tornati dai nostri tour.
L’indagine svolta ci dimostrò quello che sapevamo
già: che il nostro era un gruppo di persone unite
dalla stessa passione che avevano iniziato a fare
mototurismo di lungo corso grazie esclusivamente all’esistenza
del club. Era un gruppo costruito praticamente da
zero. Non si trattava del travaso verso Motovacanze
di motociclisti che erano diventati motociclisti turisti
perché prima erano stati clienti di Tour Operator
(o men che meno tuoi). Era esattamente il contrario
di quello che sostenevi tu. Noi con la promozione
al mototurismo facevamo diventare moto turisti chi
prima non lo era, dopo di che queste persone si rivolgevano
anche all’esterno di motovacanze per cercare itinerari
diversi da quelli proposti dal club. Un circolo virtuoso
del quale tu per primo te ne eri avvantaggiato, oltre
a tuoi concorrenti. Altro che danni.
Negli
stessi giorni, alla fine di febbario 2013,
prima di ricevere la lettera del tuo legale,
non avendo trovato altri che ci davano garanzie scritte
diverse maggiori delle tue, io ti avevo confermato
la richiesta di organizzare il tour in America anche
per l’agosto 2013. Scoperta pochi giorni dopo
la richiesta del tuo legale, ci fu quasi un litigio
tra me e gli altri del club. Loro sostenevano (a ragione)
che a quel punto bisognava proprio, come si dice volgarmente,
“mandarti a quel paese”.
Ma
io riuscii a convincerli a darti un’altra possibilità
per farti capire che 1) non eravamo intimoriti dalle
tue assurde pretese 2) la guerra che ci volevi fare
non conveniva a nessuno e conveniva collaborare. Ancora
una volta, soprattutto per amor di pace, io ti davo
l’occasione per recuperare il grande gruppo di acquisto
rappresentato dal nostro club che era corteggiato,
da tempo, da tantissimi altri tuoi concorrenti.
Ma
niente da fare. Il tuo legale non rispose al nostro
legale quello che veramente volevi. Tu prendesti volentieri
i 41.025 euro dei soci per vendergli i servizi anche
nell’agosto 2013
Con
quelli il
totale dei soldi che hai incassato da Motovacanze
diventava di 307.846,98 euro
Il tour in America nell'agosto 2013
ebbe
anche quello dei seri problemi. Dei quali io però
venni a conoscenza dai soci solo alla fine di novembre,
in occasione del Workshop. Nel frattempo, sperando
che tu ti fossi "calmato" ed ignaro di quello
che avevi già fatto, quando ti avevo incontrato
alla fiera della moto di Milano nei primi giorni di
novembre ti avevo chiesto di guardare per i voli per
il tour di agosto 2014.
Ma
tu a tradimento il 10 ottobre 2013
mi avevi già denunciato
in qualità di Presidente della associazione all’ufficio
Turismo della Provincia di Modena. Ero colpevole
secondo te di aver organizzato uno sport che per te
non esiste, il MOTOTURISMO.
Una attività motociclistica che tu vuoi far passare
come fossero solo semplici viaggi. Con la moto vista
come semplice mezzo di trasporto, come se fosse un
auto o un autobus funzionale solo a collegare tra
loro due obiettivi turistici diversi. Denunciando
con la tua istanza in pratica anche te stesso: dal
2008 avevi avuto con il club esattamente quella collaborazione
che ora sostenevi non era possibile se il club la
continuava solo con gli altri tuoi concorrenti. Facendo
finta di non sapere che le
stesse identiche nostre cose le organizzava la stessa
FMI ed i suoi Motoclub (e le organizza
anche ora, nel 2015). E soprattutto che
le organizzano indisturbate (con modalità
forse più discutibili delle nostre) altre associazioni
molto conosciute. Tra le quali alcune che, guarda
che coincidenza, collaborano ancora con te. Oppure
collaborano con tuoi “amici” che, sempre
per coincidenza, hanno come avvocato lo stesso tuo
avvocato. Bell’esempio di coerenza e di etica.
Tua e sua.
Insomma
di tante associazioni che ci sono in Italia tu
1)
te l'eri presa proprio solo con quella che era stata
per tanti anni un tuo importante cliente.
2) Lo avevi fatto nel momento in cui quella associazione
aveva messo in discussione la collaborazione con te,
non prima.
3) Non ti curavi del fatto che quella collaborazione,
anche per amor di pace, ti era stato offerto di recuperarla.
4) Continuavi ad offrirti ad altre associazioni e
motoclub per dar anche a loro direzione tecnica e
fatturazione (vedi
tuo depliant).
Mostrando
così agli occhi di tutti i soci informati
della tua denuncia (come è d’obbligo fare in una associazione
in situazioni del genere) una immagine di
te stesso che nessuno vorrebbe come la propria.
Per
colpa della tua guerra il 2013 per
me è stato un anno di amarezze ed il 2014
è stato un anno durissimo. Nonostante fosse chiaro
fin dall’inizio che la tua guerra non ti avrebbe portato
nessun beneficio (nel febbraio 2014
oltre
170 soci scrissero in difesa del club alla Provincia
di Modena, arrabbiatissimi per la tua denuncia)
tu e il tuo legale continuaste con la vostra persecuzione.
Sono
decine e decine le pagine che tra ottobre 2013 ed
oggi il tuo legale ha scritto a tutti gli uffici in
Italia che in qualche modo possono creare dei problemi
a Motovacanze. Pagine di argomentazioni e interpretazioni
delle normative contro di noi scritte tutte le volte
che l’associazione ha modificato il proprio modo di
operare, per cercare una modalità che ne consentisse
con meno ostilità il suo proseguimento. Tante volte
in quegli scritti offendendo
con le sue affermazioni e congetture l’intelligenza
dei soci che erano determinati a sostenere
l’esistenza di Motovacanze per continuare ad operare
per gli scopi che era nata.. Che, te lo ripeto, non
erano quelli di organizzare direttamente semplici
viaggi per i propri soci, dando al termine “viaggio”
il suo proprio significato, cioè quello che il codice
del turismo identifica negli elementi che proprio
tu, ed altri tuoi concorrenti, ci avete sempre venduto
negli anni.
La
vicenda giudiziaria successiva alla tua denuncia non
è ancora finita e nessuno può essere sicuro in che
tempi e in che modo andrà a finire il
mio ricorso in qualità di Presidente del club.
Di una cosa però puoi star certo: comunque
finisca dentro a quelle aule, tu fuori avrai perso.
Perché come disse qualcuno più furbo di te e anche
di me “sono i clienti, non i concorrenti,
che decidono chi vincerà la guerra”.
Se tu non sei stato capace di conquistare i clienti
con le buone, i clienti non li tratterrai con le cattive.
Se per qualche parola scritta in quelle fumose leggi
sul turismo che abbiamo in Italia (e che il tuo legale
è convinto di essere il solo capace di interpretare)
l’associazione MOTOVACANZE dovesse essere obbligata
definitivamente a chiudere, tu in ogni caso non ne
ricaverai nulla. Nessuno dei motociclisti
che ha vissuto l’esperienza di Motovacanze si azzarderà
in futuro a provare a viaggiare con te. Idem
per tutti i soci delle altre associazioni alle quali
sei andato a rompere le scatole dopo aver iniziato
a romperle a noi. Puoi continuare a fare a loro tutte
le richieste di amicizia su Facebook che vuoi. Puoi
insistere nel mandargli le tue proposte di viaggio
o lasciargli patinati depliant sulle moto parcheggiate
fuori dalle fiere. Ma perderai solo il tuo tempo.
Se non lo hai già scoperto, imparerai anche tu che
i voti buoni bisogna guadagnarseli sul campo. E se
i voti cattivi sono troppi si perde il posto. Anche
se si ha una impresa e non si deve essere rieletti,
come me, ogni tanto. Perchè se è
vero che le associazioni che lavorano molto bene per
i propri soci si può anche costringerle a chiudere
(con azioni dall’esterno cattive) è
altrettanto vero che le aziende che si comportano
molto male verso i loro clienti possono nel tempo
perfino fallire. Da sole. Senza che nessuno,
a parte il loro titolare, abbia colpe per questo.
Stai sereno.
scrivi@dinomazzini.it

.