STORIA DI UN VIAGGIO IN ROMANIA
Pubblicato su MOTOCICLISMO APRILE 1996 (Nel paese delle favole)


















Domenica, 18 giugno 1995

Dino = No, Massimo, E' INUTILE CHE TU INSISTI, PER ME E' VERAMENTE IMPOSSIBILE !!!
Sai come è messa la mia BMW...... 220.000 km ...... perde olio ... la frizione ...... gli ammortizzatori
...... Poi il lavoro......

Massimo = Ma la ROMANIA e' vicina, Dino, non più di 1500 km. Vedrai che il tuo amico meccanico, come si chiama .... Sisto .... si farà in quattro e in meno di quello che credi ti farà una moto nuova. ..... Il lavoro lo finisci quando torni ......

Dino = Si, può darsi. Però economicamente per me non è un bel periodo e un viaggio così .......

Massimo = In Romania la benzina costa meno di 600 lire e le birre 400 lire ....

Dino = Non credo comunque che sia un viaggio interessante. Non ho mai letto nessun racconto di motociclisti che ci sono stati ....

Massimo = Guarda questi depliant, me li hanno dati all'Ambasciata ....e proprio perché altri motociclisti non hanno mai fatto altri reportage potresti essere tu il primo, un po' di esperienza ce l'hai ....

Dino = Si, hai ragione, ma sicuramente per andare in quei paesi occorre prepararsi per tempo, occorre il visto della ambasciata ...
e tu devi tornare in Italia prima del 24 luglio ....
praticamente dovremmo partire fra due settimane ...
anche volendo, NON C'E' PIU' TEMPO

Massimo = Sei rimasto indietro, adesso il visto te lo fanno direttamente alla frontiera e costa meno di 100.000 lire .....

Dino = Un mio amico l'anno scorso c'è stato e mi ha detto che la gente è ostile e si mangia male....

Massimo = Forse non è partito preparato, ed era troppo esigente. Secondo me si sbaglia, e in Romania ci sono delle donne bellissime. Guarda qui tutte queste lettere e foto di ragazze che mi scrivono da oltre sei mesi .... Si aspettano tutte che le vada a trovare ... avranno sicuramente tante amiche ... parlano benissimo anche l'italiano, lo studiano anche a scuola ....

Dino = FAMMI VEDERE .......
Potevi dirlo subito....
QUANDO PARTIAMO ????

Massimo = Sabato 1° luglio 1995, alle ore 14, da Altedo.
Vedi di essere puntuale ...

Dino = Puoi contarci.



Il nostro tranquillo trasferimento verso la Romania attraverso Slovenia, Croazia e Ungheria e' rallentato solo da un piccolo inconveniente alla mia moto che ci costringe ad una sosta di due giorni nella città di Ljublijana. Siamo infatti partiti il sabato e mi tocca aspettare fino a lunedì l'apertura della officina BMW, dal momento che Ljublijana sulla nostra strada è l'ultimo punto dove trovare l'assistenza specialistica che ci serve. Martedì pomeriggio, sotto una pioggerellina fastidiosa superiamo finalmente la lunga colonna di autocarri in attesa di dogana e, dopo brevi formalità, entriamo in territorio rumeno alla frontiera di Arad. Anche se non ci fosse stata la frontiera avremmo capito ugualmente di essere entrati in Romania. La strada è un tormento, stretta e senza banchine, con un asfalto impossibile, pieno di buche non segnalate, alcune molto pericolose specie nelle periferie delle città. Vecchi autocarri scaricano nell'aria nuvole di gasolio mentre la circolazione è continuamente rallentata ora da una coppia di mucche che traina un carro di legno carico di fieno, ora da un gruppo di oche che attraversa improvvisamente la strada. Moltissima gente seduta ai lati delle strade, apparentemente sfaccendata, nei piccoli paesi che attraversiamo uno dopo l'altro. L'atmosfera che si respira è di arretratezza e di povertà, del resto comprensibile visto che sono solo cinque anni che il paese è uscito dalla dittatura " Ceausescu". Alla sera siamo finalmente a Cluj Napoca, la più importante città della Transilvania, dove abbiamo già appuntamento con una delle amiche di Massimo. Cluj Napoca rimarrà il nostro campo base per una settimana, vuoi perché siamo in ottima compagnia, vuoi perché purtroppo io ho problemi di salute, vuoi perché è un punto dal quale si riescono in giornata a visitare molti dei luoghi più interessanti della Transilvania. Sighisoara, ad esempio, dove torneremo anche in seguito. E anche Hunedoara, con il suo splendido castello del XIV secolo, sulla collina di S.Pietro accanto al fiume Zlasti. E poi Baisoara, fresca e tranquilla località montana poco distante dove ci concediamo un indimenticabile picnic con le ragazze. La stessa città di Cluj Napoca dove siamo ospiti è molto bella: la bellissima piazza Avram Iancu con la cattedrale ortodossa, la chiesa cattolica di Sfintul Mihail, il giardino botanico con le sue serre tropicali, il belvedere, gli splendidi parchi cittadini, i boschi e i prati della vicina Faget.

Dopo una settimana viene quindi il momento che lasciamo Cluj Napoca per visitare la Romania anche nei suoi luoghi più lontani ed affascinanti, come ad esempio il delta del Danubio sul Mar Nero, che diventa la meta più lontana del nostro viaggio. Catinca, l'amica di Massimo, diventa il terzo componente del gruppo e così rimandiamo a data da stabilirsi la visita alle altre amiche corrispondenti che abitano in altre parti della Romania .-.-. Inizialmente dirigiamo a nord. Usciamo dalla Transilvania ed entriamo nella regione di Maramures. Il paesaggio è semplice ma ricco di spunti interessanti. E' un po' come fare un salto in un passato a noi giovani sconosciuto: l'erba dei prati viene ancora segata con la falce a mano ed accumulata quando è secca in piccoli pagliai prima di essere caricata sui carri trainati dallo stesso bestiame, o dai cavalli. Le donne lavano i vestiti nel fiume, gruppi di carcerati ben sorvegliati lavorano sulle strade. Dopo Baia Mare superiamo un piccolo rilievo montuoso coperto da bellissime foreste e scendiamo verso la vallata del fiume Tisa che segna il confine con lo stato dell'Ucraina. Attraversiamo piccoli paesi caratteristici per le bellissime recinzioni in legno intrecciato e antichi portali scolpiti di legno, e oltre Sighetu Marmatiei arriviamo a Sapanta. Qui visitiamo il "cimitirul vesel" (cimitero allegro) unico al mondo. Le lapidi sono in legno scolpite a colori vivaci su fondo azzurro, e raccontano con filastrocche dissacranti in rima la vita del sepolto, illustrata anche da una caricatura. Questo cimitero sorse nel 1935 per iniziativa di un artista del luogo, Ioan Stan Patras, che ebbe l'idea di ricordare in questo modo alcuni amici defunti. Il cimitero è visitato tutti gli anni da una moltitudine di turisti di varie nazionalità, ed è infatti il primo luogo in Romania dove troviamo altri turisti italiani, che però viaggiano in Camper. La notorietà del cimitero di Sapanta viene sfruttata dagli abitanti del luogo che si dedicano all'artigianato della lana. Bellissimi e coloratissimi tappeti sono esposti in vendita ai lati delle strade, e vecchie donne curve sui telai ci permettono di osservare al meglio l'esecuzione di questi economici (anche se ingombranti) souvenir…

Ci dirigiamo quindi ad est, verso la regione rumena della Moldavia (ai confini con l'omonimo stato dell' ex-URSS) dove abbiamo intenzione di visitare alcuni bellissimi monasteri cristiano- ortodossi. Superati i Carpazi al passo Prislop entriamo quindi in Bucovina, Il primo monastero che visitiamo è quello di Moldovita, seguono in giornata quello di Sucevita, il monastero di Putna, di Voronet e per ultimo quello di Agapia. Questi monasteri sono in ottime condizioni di manutenzione, e sono delle vere e proprie fortezze. Hanno in genere pianta quadrata o rettangolare, cinta da imponenti mura cui nel lato interno sono addossate le celle dei monaci, che ancora vi abitano. Alcuni monasteri sono femminili, altri maschili. Nel centro dell'area delimitata dalle mura c'è la cattedrale, spesso affrescata, di solito lunga, molto stretta e molto alta, specie nel campanile. Nel cortile i pozzi per l'acqua, dai quali anche noi turisti possiamo bere dal secchio, e alcuni gazebo con le panchine. Piante da frutto e roseti completano l'ambiente esterno che rende estremamente piacevole e rilassante la sosta tra un tratto di strada "terribile" ed un altro.

Dopo il monastero di Agapia entriamo nuovamente in Transilvania superando i Carpazi orientali attraverso le gole rocciose di Bicaz e di Lacu Rosu, con la moltitudine di tronchi spezzati che spuntano a fior d'acqua che gli conferiscono un aria realmente inquietante. Da qui verso Mercurea Ciuc arriviamo alla splendida città di Brasov, circondata da alte e boscose montagne, dove troviamo finalmente un campeggio degno di questo nome. Nelle vicinanze della città assolutamente da non perdere la visita al Castelul BRAN noto anche come il Castello di DRACULA

"Volgendomi indietro ho scoperto, stagliata contro il cielo, la sagoma irta di Castel Dracula; eravamo infatti ai piedi del colle, cosi' erto sopra di noi che la cerchia dei Carpazi sembrava assai più bassa di esso, vedevamo l'edificio in tutta la sua grandiosità appollaiato in cima ad un ripido precipizio di mille piedi. C'era qualcosa di selvaggio ed inquietante in questo luogo". Così Bram Stoker nel 1897 nel suo romanzo "Dracula" descrive, per bocca di Mina Harker, una delle protagoniste del libro, il castello di Bran. In realtà questo castello, avamposto dei Cavalieri Teutonici contro l'avanzata dei Turchi, ospitò solo per alcuni giorni e in qualità di prigioniero la figura di VLAD TEPES, il crudele regnante dell'antica Valacchia che diede origine alla leggenda del famoso vampiro. Altri luoghi della Romania sono molto più importanti nella storia dell'Imperatore, ma questo castello ben conservato ha comunque un fascino unico.

VLAD TEPES fu famoso in Valacchia negli anni 1440-1480 e tra alterne vicende fu anche per un certo periodo imperatore, in feroce lotta contro l'impero ottomano di Maometto II che premeva alle porta di Europa. La sua efferatezza nella lotta contro i turchi invasori è storicamente accertata, e forse è alla base della leggenda poi romanzata nel libro di Stoker diversi secoli dopo. In una lettera inviata al Re di Ungheria l'11 febbraio 1462 VLAD TEPES afferma di aver giustiziato "negli ultimi tre mesi" contati con maniacale precisione "23.883 turchi". Il sistema preferito era la 'impalatura (Tepes in rumeno significa l'impalatore) ma sono storicamente accertate anche altre efferatezze come quando, nell'estate 1459, uccise personalmente ad uno ad uno, dopo averli amichevolmente accolti e sfamati, con un chiodo nel cranio e un martello, gli ambasciatori giunti a Tirgoviste a reclamare il credito che l'Impero Ottomano vantava in cambio della indipendenza della Valacchia. Quando nel luglio 1462 il sultano Maometto II riuscì ad espugnare la fortezza di Tirgoviste lasciata in fiamme da Vlad in ritirata, dovette arrestarsi in quanto i suoi soldati si rifiutarono di proseguire di fronte allo spettacolo di 20.000 prigionieri impalati che coprivano una superficie di 3 Km quadrati. VLAD TEPES aveva comunque già dimostrato la sua ferocia anche contro gli oppositori interni, fin dal momento del suo insediamento. Nelle cronache di Costantin Cantacuzino, storico rumeno (1650 - 1716) si può leggere : "Era la mattina di Pasqua quando le guardia del Volvoda Vlad, figlio di Dracul, arrestarono nello stesso momento e in ogni quartiere della città tutti gli uomini oltre i 30 anni che si disponevano ai riti della resurrezione…… Poche ore dopo erano tutti impalati e i pali erano tanti che circondavano le mura di Tirgoviste, e ancora ne avanzava". Due giorni prima VLAD era appena tornato sul trono dopo aver ucciso, mentre era a letto con una concubina, su zio Vladislao II (che a sua volta 10 anni prima, nel 1448, era succeduto al fratello VLAD DRACUL, padre di VLAD TEPES, dopo averlo avvelenato). Sul fatto che Vlad Tepes fosse anche un mostro assetato di sangue, oltre che valoroso difensore dei confini d'Europa, non ci sono dubbi e il fatto che vantasse origini da una famiglia insignita dell'ordine del Dragone (la più alta onorificenza del Sacro Romano Impero) che in rumeno si dice appunto Dracul (come diavolo) può essere uno dei motivi che hanno ispirato la figura del conte Dracula, narrata da Bram Stoker.Resta comunque il fatto che oggi, nel parcheggio del castello di Bran, molti turisti (noi compresi) non riescono a resistere alla tentazione di acquistare un maglione di lana con l'effigie di VLAD TEPES DRACULA e del "suo" castello.

Lasciata Brasov e la Transilvania dirigiamo ancora verso sud poi a Ploiesti tagliamo verso est per evitare Bucarest, che non ci interessa. Il territorio è pianeggiante e coltivato soprattutto a cereali. L'agricoltura è un po' più progredita: qualche trattore, mietitrebbiatrici ma ancora tanti carri trainati da cavalli. Sparsi qua e la anche pozzi petroliferi, e nelle periferie dei paesi più importanti anche industrie, riconoscibili da lontano per i fumi colorati e puzzolenti che scaricano a tonnellate nell'aria. Verso est raggiungiamo finalmente il Danubio, che attraversiamo su un barcone, e dopo altri cento km fra le incantevoli colline della Dobrogia, coltivate a girasoli e vigneti arriviamo a Tulcea, ultima città sul delta prima dei piccoli paesi di pescatori affogati fra le zanzare. Noi arriviamo fino a Murighiol, dove c'è' un campeggio segnalato sulla guida (campeggio Pelikan). In Romania non è difficile trovare alloggio in spartani Bungalows, ma le condizioni igieniche dei "servizi" (quando ci sono) sono veramente terribili e mettono a dura prova anche i personaggi più adattabili. Il campeggio Murighiol non fa eccezione. Unica cosa divertente il sistema utilizzato per tenere sotto controllo l'erba che cresce fra i Bungalows: una coppia di asini con tanto di prole che gira indisturbata fra i turisti, le automobili e le nostre motociclette, lasciano ovunque i segni fertilizzanti della loro presenza. Alla mattina nel prato anche alcune cicogne in cerca di cibo per i piccoli, di solito alloggiati sui grandi nidi sopra i pali delle linee elettriche all'interno dei piccoli paesi. La sera al ristorante trattiamo con il marito della cuoca il prezzo per una gita in barca a remi all'interno delle paludi del delta. Il DELTA DEL DANUBIO è un vero laboratorio vivente, la più giovane terra di Europa, in rapida e continua trasformazione grazie al notevole apporto di detriti solidi trasportati in questo luogo dal più grande fiume europeo. Le sue origini risalgono a non più di 6.000 anni fa: nei millenni precedenti la pianura formata dal Danubio era solcata da un solo corso d'acqua mentre ora la zona acquitrinosa in cui il fiume si scarica in mare occupa una superficie di quasi 5700 km quadrati di cui nel periodo primaverile soli 140 Km quadrati sono di terraferma (salgono a 650 nel periodo più asciutto).Questa regione fornisce meta' del prodotto ittico rumeno: vi sono almeno 150 specie di pesci, e 300 specie di uccelli, senza contare i numerosi mammiferi, rettili e anfibi. Una particolare e rara specie di cane, il cane viverride, è presente in Europa solo in quest'area. Almeno un quarto dell'intera superficie del delta è stata indicata dall'UNESCO come riserva della Biosfera, e molto è cambiato in quest'area dopo la fine della dittatura Ceausescu. Prima della rivoluzione del 1989 erano state iniziate opere di bonifica di almeno un terzo del territorio, per destinarlo all'agricoltura; l'attuale governo ha annullato tutti i progetti e ha fatto la coraggiosa scelta di puntare sul turismo per finanziare la conservazione e creare occupazione per la popolazione residente. Il Danubio si divide in tre grossi bracci prima di sfociare nel Mar Nero: quello più a nord (braccio Chilia) segna il confine con l'UCRAINA, quello centrale (braccio Sulina) è raggiungibile solo navigando, quello più a sud (braccio Sfintu Gheorghe) all'epoca di Ceausescu non era aperto al turismo ed è proprio quello che percorriamo noi in barca per un bel tratto prima di addentrarci nelle paludi. I canali laterali, raramente frequentati, sono percorribili solo con barche a remi solo accompagnati da una guida esperta e a costo di notevoli difficoltà. Più volte il nostro barcaiolo deve scendere e spingere la barca oltre un tronco adagiato di traverso a pelo d'acqua, mentre noi lo aiutiamo come possiamo. Tutto attorno una atmosfera da Rio delle Amazzoni. Mancano solo i coccodrilli e i pappagalli, per il resto c'è tutto, uccelli di palude, zanzare, serpenti d'acqua compresi. Dopo un pranzo a base di pesce e verdure cucinato con perizia dal barcaiolo con l'acqua torbida della palude, torniamo contro corrente sul Danubio, verso il paesino di pescatori dal quale siamo partiti, ma il nostro rematore ubriaco e stanco impiega moltissimo tempo e noi, ormai privi di acqua da bere, sotto il sole per ore alla sera tardi scendiamo dalla barca stremati come se avessimo fatto 800 km in moto senza sosta………Contenti comunque di aver fatto anche questa particolare esperienza.

Lasciamo il delta del Danubio e torniamo di nuovo verso la Transilvania. Sulla strada a Tirgoviste i resti del castello dove Vlad Tepes trascorse l'adolescenza e si fece conoscere per quello che era. Prima di Brasov, a Sinaia, importante stazione turistica, il bellissimo Castelul Peles, una visione fiabesca che però non riusciamo a visitare perché è giorno di chiusura. Il giorno successivo superata Brasov verso Cluj siamo di nuovo nell'incantevole cittadina medioevale di Sighisoara. Lasciate le moto nel parcheggio in basso entriamo dalla porta maggiore, sotto la torre dell'orologio, dopo una lunga scalinata. Nel piazzale, oltre la torre, l'insegna di una locanda - birreria e una targa: c'è scritto che qui forse ci nacque Vlad Tepes, e che questo potrebbe essere successo negli anni compresi tra il 1431 e il 1435, al turista è lasciata libertà di scelta ……….. Le origini come del resto la fine del '"eroe" non sono molto precise. Inoltre Sighisoara è in Transilvania, e Vlad Tepes era valacco. Comunque sia la storia, anche qui come al castello di Bran sono in vendita nel piazzale ritratti di Vlad Tepes DRACULA , ed è impossibile resistere alla tentazione di bere una birra nella casa natale del vampiro. Dopo Sighisoara in giornata siamo di nuovo a Cluj Napoca., non prima di aver assistito purtroppo ad un macabro incidente stradale ed essere anche noi scivolati sull'asfalto bagnato fortunatamente senza conseguenze. Sulla strada anche il primo ed unico incontro con altri moto turisti stranieri, un tedesco ed un inglese anche loro su BMW. A Cluj restiamo ancora un po' di tempo in compagnia delle ragazze, poi siamo costretti a tornare. E' la giornata di giovedì 20 luglio quando alle 12 superiamo ad Oradea la frontiera rumena in uscita . "DRUM BUN" (buona strada, buon viaggio) ci urla da dietro il giovane funzionario di frontiera, che sicuramente vorrebbe essere in quel momento al nostro posto; e noi anche per i legami sentimentali che stiamo lasciando in questo paese con un po' di malinconia ripensiamo alla verità contenuta nello slogan dei depliant rumeni presi in Italia all'ambasciata. ROMANIA: VIENI DA TURISTA, RIPARTI DA AMICO. Il giorno dopo alle 13 siamo a Trieste, e prima di sera a casa, con il pensiero di come tornare in Romania……

DINO MAZZINI.

COME ARRIVARE IN ROMANIA E COME VIVERE:

Per raggiungere la ROMANIA la strada più veloce collega Trieste con le città di Lijubljana (Slovenia), Zagreb (Croazia), e la sponda orientale del lago Balaton in direzione Budapest (Ungheria) sino alla frontiera di Oradea. In totale sono circa 850 km dei quali solo un centinaio, da Zagabria al lago Balaton sono veramente difficoltosi da percorrere. Sconsigliabile invece l'itinerario che passa più' a sud, a Pecs (Ungheria) per arrivare alla frontiera rumena di Arad, per via della strada con peggiori caratteristiche e il gran numero di piccoli paesi da attraversare. In generale in Romania l'asfalto delle strade è molto brutto, con continui avvallamenti e buche che rendono la guida in motocicletta molto faticosa e pericolosa. Alcune buche particolarmente profonde non sono segnalate o meglio sono indicate con mezzi di fortuna tipo un ramo secco nella buca piuttosto che un copertone di camion. Impossibile viaggiare di notte. Attenzione anche ai mezzi agricoli che circolano in strada; sono trainati da bestiame e perciò molto lenti, ma soprattutto non hanno assolutamente indicatori luminosi di segnalazione. Lo stato delle strade in generale è più brutto nelle immediate vicinanze delle periferie delle grandi città dove il traffico pesante è maggiore. Abbastanza normale al contrario l'asfalto nel sud del paese, verso il Mar Nero e a Nord di Bucarest. La segnaletica è frequente, precisa e ben leggibile. Molto difficile sbagliare strada. I distributori di benzina sono dislocati in modo organico sulle strade di alta percorrenza, mentre bisogna accertarsi della loro presenza in caso si voglia intraprendere un viaggio sulle strade secondarie. Le code di attesa in quest'ultimo caso sono molto lunghe e bisogna armarsi di buona pazienza. Il carburante è di qualità non troppo buona e costa una sciocchezza , lo vendono al cambio a 540 lire italiane al litro. Nonostante il costo della vita in Romania sia per noi turisti il più basso di Europa, abbiamo scelto di alloggiare in locali a buon mercato. Non è difficile trovare alloggio in Bungalows posti sulle strade principali e vicino ai passi, anche se è sempre meglio accertarsi delle condizioni igienico sanitarie prima di accettare. Rari i campeggi. In Romania si mangia abbastanza bene. Uno dei piatti più comuni tra la popolazione è la Tochitura cu mamaliguta (polenta con spezzatino) e il Sarmale (involtini di verza ripieni di carne e riso). Comunissime le Ciorbe (minestre) che possono essere di Burta (trippa) de Gaina (di pollo) e di verdura. Fra i dolci le Clatite cu dulciata (Crepes con marmellata) e la Baclava (torta di noci). Discreta ed economica la birra rumena (la birra estera costa 15 volte di piu')

CONSIGLI UTILI

L'ufficio rumeno per il turismo in Italia e' in via Torino 100 00184 ROMA, Tel 06. 4880267. Non esistono in commercio guide sulla Romania oltre a quella del Touring Club Italiano che comprende anche la Bulgaria. Per la cartografia esiste la carta specifica dello studio FMB di Bologna, abbastanza precisa nel segnalare i campeggi. Per recarsi in Romania non occorrono documenti particolari se non il passaporto in corso di validità e la carta verde per la moto . Occorre pagare una tassa di ingresso di circa 45 marchi tedeschi. Telefonare in Italia dalla Romania può essere un problema specie in particolari ore del giorno. Occorre comporre il prefisso teleselettivo 0039 seguito dal prefisso della vostra città (senza lo zero) e dal numero dell'abbonato. In Romania l'orologio è avanti di un ora rispetto all'Italia. Il cambio di orario avviene all'uscita dalla Ungheria. L'assistenza motociclistica è praticamente assente, anche quella delle case più importanti. Diverse le botteghe di artigiani locali che risolvono comunque alla meglio i più semplici problemi meccanici. Il casco è obbligatorio. Nelle città la velocità non può essere superiore a 40 km/h (le auto 60 km/h) e fuori città i 50 Km/h (90 km/h per le auto) ma questo limite non è ovviamente mai rispettato…………

 

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