Lettera aperta a Paolo Colangeli, titolare dell'agenzia
viaggi MACEDONIA ADVENTURES di Terni


Pavullo nel Frignano (MO), 15 marzo 2015

ATTENZIONE:
il contenuto di questa pagina oltre che per il destinatario principale è strettamente riservato per gli utenti del web che sono (o sono stati) soci del club MOTOVACANZE negli anni tra il 2007 e il 2015. E' stato confezionato qui in rete come unico modo possibile per mettere a disposizione del lettore in forma ordinata l'enorme quantità di allegati necessari a dimostrare gli avvenimenti.

Tutti quelli che NON hanno i requisiti sopra citati (soci ed ex-soci dell'Associazione Motovacanze) sono quindi obbligati a fermarsi con la lettura qui. Anche perchè altrimenti perderebbero tempo a leggere cose che non hanno alcun interesse per loro.

Proseguire a leggere in assenza dei requisiti di cui sopra, oltre ad essere vietato, può provocare gravissime alterazioni neurologiche in grado di modificare le proprie convinzioni o causare manifestazioni psicocinetiche. Ad esempio se sei un motociclista al quale piace andare in giro per il mondo, l'hard disk del tuo computer potrebbe iniziare a girare più lentamente delle tue palle (che prima di leggere erano forse ferme). Oppure lo schermo del tuo tablet potresti vederlo improvvisamente solo di color vomito scuro. Quindi, te lo ripeto l'ultima volta, se non sei (o non sei stato) socio di Motovacanze : FERMATI !!!!

 

 

Considerato che stai proseguendo nella lettura confermi quindi con la tua azione di avere il diritto-dovere di prendere visione dei contenuti di questa pagina e dei suoi allegati, in quanto le vicende qui raccontate hanno (o hanno avuto) a che fare con tuoi interessi personali collegati alla tua adesione alla associazione.


(le prove di tutto quanto viene qui raccontato si aprono dai link presenti nel testo)


 

 

 



Ciao Paolo, finalmente ti scrivo, così mi distraggo un po’.
E
siccome sei molto lontano, più forte di scriverò.
E' più di un anno che mi trattengo dal farlo e sopporto che tu dica in giro che in questa vicenda sarei io lo stronzo.

Non mi aspetto niente dopo questa lettera.
Ti scrivo solo per spiegarti perché sono così arrabbiato
Con te e con il tuo avvocato
.

Chi non lo sarebbe, al mio posto ?

Un tempo avrei potuto anche iniziare con “Caro amico ti scrivo”.
Ti ricordi anche tu di quei giorni ? Facciamo un “amarcord” !!


Sembra solo ieri ma sono già passati 8 anni. Era il mese di luglio 2007 quando ti scrissi la mia prima email per chiederti di organizzare, per l’agosto dell’anno successivo, un viaggio in America per i soci della “mia” associazione. Come piace a te, impropriamente, definire Motovacanze. E qui faccio un breve inciso


Ci sono molte differenze tra noi. Chi ci ha conosciuto entrambi le ha viste bene. Ma quella più grande è che diversamente da te, che sei proprietario di una impresa turistica, io non ho mai avuto la proprietà che tu pensi. Il mio ruolo nel club Motovacanze è sempre stato solo un ruolo elettivo. Vale a dire che fino a quando la mia attività era apprezzata dai soci io rimanevo il presidente perché qualcuno mi dava il suo voto. Il giorno che io avrei fatto troppi sbagli qualcuno avrebbe preso immediatamente il mio posto. Lo capisci ora da dove veniva la mia necessità di fare sempre il massimo? Quella necessità tu in apparenza non l’avevi, e negli anni si è visto. Tu sei il titolare di un impresa. Tu potevi metterci più o meno il tuo impegno con la convinzione che la tua impresa non te l’avrebbe portata via nessuno. Tu non dovevi chiedere voti per rimanere a capo della tua organizzazione. Io si e lo sapevo bene. Ci vuole coraggio a fondare e far crescere una organizzazione sociale nella quale da un giorno all’altro tu puoi essere messo da parte per la mancanza di una manciata di voti. Ma solo con quel coraggio si raccolgono le soddisfazioni personali che ho raccolto io in questi anni. E tu no.


Torniamo quindi agli inizi. Al luglio 2007
Era dalla fondazione del club che i soci chiedevano di fare la ROUTE 66 in moto.
Io volevo trovare per loro, come facevo per altre destinazioni, il miglior Tour Operator e tu sembravi il meglio. Anche perché eri quello che organizzava quel tour da più anni. Avevo raccolto voci diverse sul tuo conto ma la mia impressione finale era rimasta positiva.

Così nel luglio 2008 io e te siglammo un contratto nel quale c’erano reciproci impegni. Quel contratto lo chiedesti tu. Per me sarebbe bastata anche solo una stretta di mano. Sono uno all’antica. Il tuo impegno era di soddisfare le aspettative dei soci del club in termini di qualità dei tuoi servizi. Il mio era quello di non tradire la tua fiducia e non scaricarti senza valido motivo. Io il mio impegno l’ho rispettato fino alla fine. Vediamo cosa è successo con il tuo.

Per le clausole di quel contratto io avrei potuto interrompere la nostra collaborazione fin dal settembre 2008: i soci con me in America in quella prima edizione non erano rimasti per niente contenti dei tuoi servizi. In quel “caldo” autunno io misi la mia faccia tra loro e te per far fronte a tutte le loro critiche e richieste di risarcimenti. Pur senza tradire le loro aspettative presi la tua parte. Coerente con due massime che cerco sempre di non dimenticare e che mi portano spesso a giustificare quello che altri con meno empatia non sopporterebbero mai : “chi non fa non falla” oppure “è più facile criticare che fare meglio”.

Dopo il 2008 siamo quindi andati avanti con la nostra collaborazione. Te la ricordo in sintesi questa collaborazione che ha avuto pochi alti e soprattutto bassi..

Intanto occorre ricordare che, da subito e per tutta la durata della nostra collaborazione, qualsiasi richiesta che arrivava alla nostra associazione di servizi turistici diversi da nostre iniziative in gruppo io te la giravo a te e non ad altri Tour Operator (nel link solo uno dei tanti esempi).

Inoltre non ho mai avuto nessun problema a darti tutte le informazioni che avevo su fornitori di particolari servizi di cui tu potevi aver bisogno per il tuo lavoro (nel link, di nuovo solo un esempio).

Come pure rifiutai per me la tua proposta di darmi una provvigione per i clienti che ti potevo portare direttamente. Non era quello che mi interessava chiedendoti di ampliare la nostra collaborazione.

Nel maggio 2009 annullammo il nostro tour “Route 66” previsto per agosto per poter consigliare ai soci che si erano già iscritti di fare il tuo “Coast to Coast. Questo per permettere almeno a te di raggiungere il numero minimo per far partire il tuo viaggio. Ricordo che tu volevi riconoscere qualcosa al club in termini di sconto su iniziative successive per quello che avevamo fatto per te portandoti quei clienti. Ma io lo rifiutai, perché sapevo benissimo che con il numero di iscritti che c’era in quel viaggio tu non avresti avuto soddisfazione economiche a sufficienza per condividerle con altri. Ricordo che non fu difficile per me convincerti a non dare niente al club: fu sufficiente dirtelo una volta (il galateo consiglierebbe in questi casi di insistere almeno un po’ nella propria offerta).

Nel novembre 2009 si parlò di aumentare la nostra collaborazione e ti feci anche presente il mio desiderio di poter fare quote identiche nei due tour in America, quello tuo e quello che organizzavi per motovacanze. Non volevo che il tuo tour fosse influenzato negativamente dal nostro per motivi economici.

Nella primavera 2010 parlammo anche di altre collaborazioni. Come ad esempio due tour in contemporanea in Mexico, su due rotte diverse, entrambi con la tua completa organizzazione. Uno con un tuo accompagnatore per i tuoi clienti. Uno esclusivamente per i nostri soci con un nostro coordinatore. Quei tour però non partirono per mancanza di numero minimo. Il club perse comunque l’acconto pagato a metà con te per il blocco dei posti in aereo.

Sempre nella primavera 2010 ci chiedesti anche di poter inserire nel catalogo dei tuoi viaggi il nostro tour di CAPO NORD (organizzato per i nostri soci da un tuo concorrente) perché tu non avevi tempo di organizzarlo. Noi accettammo. E così anche per l'estate 2011. Per poi vedere a gennaio 2012 alla fiera di Verona che tu, a nostra insaputa, promuovevi lo stesso identico tour direttamente ai tuoi clienti. Addirittura con lo stesso nome e le stesse identiche tappe dell' itinerario che avevo studiato io in quel modo ben 12 anni prima. Facesti copia-incolla anche dei miei testi. Puoi immaginare con che faccia noi tornammo quell'anno dal tour operator che aveva lavorato per il club per dirgli che a quel punto NON lo avremmo più fatto con loro (sarebbe stato stupido riproporlo noi separatamente). Sopportai facendo buon viso a cattiva sorte, ma fu una cosa che non mi piacque proprio per niente.

Ancora nella primavera 2010 promuovemmo con la nostra newsletter il corso che tu ogni anno offrivi a pagamento per i candidati a diventare Tour Leader dei tuoi viaggi, persone dalle quali per tua stessa ammissione dipendeva la buona riuscita dei tuoi viaggi. Scoprimmo solo nella primavera 2014 che quei corsi non erano riconosciuti dagli Enti come idoneei a qualificare accompagnatori turistici (quando questi sono così identificati nel programma di viaggio devono avere speciali autorizzazioni pubbliche). Tant'è che quando alcuni soci chiesero agli Enti spiegazioni su quella faccenda, tu ti preoccupasti subito di specificare bene nel tuo sito che tutte quelle persone accompagnatori NON lo erano proprio!!

Nell'agosto 2010 in America andò tutto bene. Erano arrivate richieste di adesione per quel tour a sufficienza per raggiungere il numero minimo, Così agli ultimi richiedenti invece che prenderli con noi consigliammo di iscriversi al tuo viaggio, molto simile al nostro.

Nel gennaio 2011 a Verona facemmo anche la fiera delle moto insieme, nello stesso stand.

Nella primavera 2011 provammo anche ad organizzare per agosto un tour in Mongolia che partiva dalla Siberia. Tutta l’organizzazione inclusa la spedizione delle moto dall’Italia doveva essere tua. Come al solito solo il coordinatore sarebbe stato un nostro socio. Dopo che i soci si erano iscritti ed il tour era praticamente confermato, a giugno tu annullasti tutto sostenendo che c’era stato un malinteso con lo spedizioniere ed il viaggio non si poteva fare. Tentai di giustificarti davanti ai soci iscritti ma alcuni di loro si arrabbiarono con me al punto da abbandonare l’associazione accusandoci di non essere seri. Proponemmo ai soci che erano interessati a quella destinazione un tour del tuo catalogo solo in Mongolia con moto a noleggio.. Grazie anche alla nostra pubblicità e alla garanzia di qualità che noi mettevamo sulle tue cose tre di loro diventarono tuoi clienti

Fu nell’agosto 2011 in America che Motovacanze tocco con te il punto più basso. A quelli che avevano spedito le moto accadde quasi una tragedia, le moto spedite in nave furono consegnate con due giorni di ritardo e solo nell'ultimo momento utile a salvare almeno la seconda parte del tour, perdendo la prima. E fu solo grazie alle doti del coordinatore del club il gruppo riuscì a non perdere il viaggio completamente. Lui riuscì a motivare tutti quanti, inclusi i tuoi clienti, fino a convincerli a percorrere in meno di 24 ore il tragitto di 1.000 km tra NewYork e Chicago che nel programma originario era previsto di fare in 4 giorni. Quel coordinatore, che era anche il vice-presidente dell’epoca, rimase talmente male da quella esperienza che tornato a casa abbandonò il club. E quella fu una grave perdita per Motovacanze. Nei mesi successivi facemmo fronte noi come club in qualche modo alle richieste di risarcimento dei soci, almeno di quanto pagato per le camere a New York in attesa delle moto, perché tu ti rifiutasti di farlo. Inviasti però a ciascun socio partecipante un buono sconto per aderire in futuro ad un tuo viaggio. Attenzione: non uno sconto per la partecipazione ad un giro del nostro club organizzato da te, ma per l’adesione ad un viaggio del tuo catalogo, nel quale potevano partecipare tutti e dove il coordinatore non sarebbe stato dell’associazione. Gli stessi soci che avevano partecipato al tour e che avevano vissuto quei problemi rimasero stupiti da questa tua iniziativa. Nessuno di loro aveva intenzione di fare più viaggi dove ci fosse la tua organizzazione, men che meno con tuoi coordinatori. Sopportai anche quello.

In quell’autunno non senza discussioni convinsi il Consiglio Direttivo del club a continuare la collaborazione con te. Ti dissi che le cose però dovevano assolutamente cambiare e migliorare. Tu facesti la promessa di cambiarle. Ti dissi anche come avresti potuto migliorarti. Era dal 2008 che ci potevi ascoltare, le nostre critiche erano sempre state costruttive. Quale altro tuo concorrente per migliorarsi poteva godere del feedback di così tanti clienti, filtrato da uno come me che ci metteva la sua faccia di fronte a loro, invece che lasciarci la tua ?

Quell’’inverno 2011 noi non avevamo tempo per preparare degli itinerari in moto per i nostri soci. Consigliammo quindi tutti loro (e tutti quelli che simpatizzavano per noi, attraverso la nostra newsletter che mandavamo ogni mese a oltre 7.000 indirizzi email) di aderire ad uno dei tuoi viaggi invernali. Tutte le email di richiesta sul viaggio le girammo a te. Non l’avessimo mai fatto: nell'autunno del 2012 ci scrisse una lunga email di lamentele una tua cliente svizzera che aveva vissuto la disavventura di partecipare al tuo tour in Patagonia di dicembre 2011. Era così arrabbiata con te che si lamentava anche con noi: la nostra colpa era solo quella di aver consigliato pubblicamente il tuo tour. Per lei quella una colpa sufficiente. La tua lunga email di spiegazioni mi fece capire che la verità sull'accaduto stava probabilmente nel mezzo e non era solo di quel tuo cliente. Ma dovetti riflettere sulla opportunità di continuare a consigliare la tua agenzia. Io non dovevo finire in mezzo a problemi di questo tipo, anche se tu avessi avuto ragione.

Consigliare pubblicamente a tutti la tua agenzia lo facevamo periodicamente da sempre nella nostra newsletter . Ma soprattutto tu dal 2008 eri indicato nel nostro sito (insieme a pochissimi altri tuoi concorrenti che in quel tempo preparavamo come te i servizi turistici necessari ai soci) tra i tour operator raccomandati dal nostro club. Una associazione la nostra che in quei giorni stava per iscrivere il socio numero mille. E che quindi rappresentava un bel bollino di garanzia di qualità. Un riconoscimento che ti abbiamo sempre regalato senza mai chiederti niente in cambio.

La nostra correttezza verso di te e verso gli altri tour operator che collaboravano con noi era assoluta. Dopo aver pubblicizzato la tua agenzia con la nostra newsletter, in aprile 2012 ricevemmo una richiesta di promuovere anche organizzazioni diverse. Alla quale risposi che noi facevamo promozione solo ad agenzie autorizzate e non a situazioni diverse e meno chiare. Tu mi facesti i complimenti per la risposta.

Nell'agosto 2012 si ribaltò la situazione che si era vissuta nel 2009. Ma invece che consigliare ai tuoi clienti di unirsi al gruppo di motovacanze, come io 3 anni prima avevo fatto con i soci del club a favore tuo, chiedesti a noi di dare a quei tuoi clienti un servizio di coordinamento, assistenza e trasporto bagagli facendo pagare a loro un prezzo che era tre volte inferiore al costo che pagavano i soci del club nella loro quota di partecipazione. Io mi rifiutai per rispetto dei soci e arrivammo ad un accordo diverso, grazie alla disponibilità del coordinatore e dell'autista del furgone, secondo il quale i tuoi clienti avrebbero potuto contare sulla loro assistenza solo in caso di emergenza.

In viaggio però lele aspettative dei soci in America ancora una volta non furono soddisfatte. Il coordinatore era anche il vice-presidente del club di quei giorni. Al suo ritorno le pressioni che mi arrivavano per trovare una alternativa alla tua agenzia aumentarono in maniera per me insostenibile. Si aggiungevano comunque a tutto il passato che ti ho raccontato fin qui. Alcuni soci che erano tornati dal viaggio volevano andare da un avvocato e farti causa. Io li calmai e non fecero nulla.

Fino a quel momento l’associazione ti aveva pagato, per avere i pacchetti turistici necessari ai soci in America nel 2008, 2010, 2011 e 2012 la bellezza di 266.821,98 euro. Io non avevo ne’ voglia ne’ tempo di sperimentare altri tour operator, se non fossi stato costretto a farlo. Per evitare di dover interrompere la collaborazione con te ti supplicai di darmi forme di garanzia scritte sui rischi più alti legati a quel tour. Ovvero la mancata disponibilità delle moto spedite in nave dall’Italia nel giorno necessario a partire da New York, che poteva produrre l’annullamento di tutto. Ma tu quelle garanzie me le negasti. Ti dissi allora che avrei dovuto cercare qualcuno in grado di darmele, perché altrimenti i soci se la sarebbero presa ancora una volta con me ed io ero stanco di difendere il tuo operato.

Nel frattempo l'associazione pagava di tasca propria un modulo promozionale su una rivista che promuoveva il tuo tour in Patagonia che in estate si era deciso, come negli anni precedenti, di consigliare a chi ci conosceva. La nostra collaborazione era già in crisi ma i tempi tecnici delle pubblicazioni non ne consentivano l'annullamento. Non arrivò da te nessuna offerta di contribuire a quella spesa.

Alla fine del 2012 tu iniziasti la guerra contro l'associazione e soprattutto contro di me che non hai ancora vinto e non sei sicuro di vincere.

Tra novembre e dicembre 2012 provasti a iscrivere tra i soci di Motovacanze un tuo prestanome solo allo scopo di crearci problemi. Scoprimmo solo mesi dopo che c’eri tu dietro a quella iniziativa.

A gennaio 2013 un profilo femminile falso maneggiato da qualcuno che ti è molto vicino provò a infilarsi tra i miei amici su Facebook allo scopo di entrare nella mia privacy. Non ci riuscì solo perché io non accetto mai tra i miei amici persone che non conosco già nella vita reale. Nemmeno se sono delle strafighe come quella della foto che utilizzò quella persona. Da quei profili (il finto richiedente socio e la finta ammiratrice su Facebook) partirono poi lunghi post l'anno dopo, nel febbraio 2014, sulla pagina pubblica su Facebook della associazione.

Poi nel marzo 2013 mi facesti la sorpresa di una raccomandata del tuo avvocato nella quale 1) mi intimavi di smettere di organizzare gli itinerari in moto per i soci e 2) lamentavi danni economici a tuo carico dovuti alla esistenza di Motovacanze.

La cosa che mi fece indignare fu il fatto che tu non avessi avuto prima il coraggio di affrontare l’argomento a quattr’occhi con me. Mai una volta avevi messo in discussione l'esistenza e l'operato di Motovacanze prima di quella raccomandata.

Rimandammo al mittente, tramite il nostro legale, le tue pretese, chiedendoti comunque di sapere esattamente cosa volevi. Senza mai che tu dessi risposta.

Nel frattempo facemmo una approfondita indagine tra tutti i soci per essere certi della nostra posizione nei tuoi confronti. La nostra è sempre stata una promozione disinteressata al Mototurismo in quanto tale, non finalizzata ad acquisire “clienti. Scoprimmo che solo una minima parte dei nostri soci (meno del 5%) era stato tuo cliente prima di conoscere Motovacanze. E quei motociclisti ti avevano abbandonato solo perché erano stati insoddisfatti della qualità dei tuoi servizi, non per altri motivi. Tutti gli altri soci del nostro club nella stragrande maggioranza erano persone che prima non avevano mai fatto lunghe esperienze in moto in gruppo. Si erano decise a provarle perché convinte dalla bontà delle nostre proposte e soprattutto perché contagiati dall’entusiasmo che avevano raccolto dai loro amici tornati dai nostri tour.

L’indagine svolta ci dimostrò quello che sapevamo già: che il nostro era un gruppo di persone unite dalla stessa passione che avevano iniziato a fare mototurismo di lungo corso grazie esclusivamente all’esistenza del club. Era un gruppo costruito praticamente da zero. Non si trattava del travaso verso Motovacanze di motociclisti che erano diventati motociclisti turisti perché prima erano stati clienti di Tour Operator (o men che meno tuoi). Era esattamente il contrario di quello che sostenevi tu. Noi con la promozione al mototurismo facevamo diventare moto turisti chi prima non lo era, dopo di che queste persone si rivolgevano anche all’esterno di motovacanze per cercare itinerari diversi da quelli proposti dal club. Un circolo virtuoso del quale tu per primo te ne eri avvantaggiato, oltre a tuoi concorrenti. Altro che danni.

Negli stessi giorni, alla fine di febbario 2013, prima di ricevere la lettera del tuo legale, non avendo trovato altri che ci davano garanzie scritte diverse maggiori delle tue, io ti avevo confermato la richiesta di organizzare il tour in America anche per l’agosto 2013. Scoperta pochi giorni dopo la richiesta del tuo legale, ci fu quasi un litigio tra me e gli altri del club. Loro sostenevano (a ragione) che a quel punto bisognava proprio, come si dice volgarmente, “mandarti a quel paese”.

Ma io riuscii a convincerli a darti un’altra possibilità per farti capire che 1) non eravamo intimoriti dalle tue assurde pretese 2) la guerra che ci volevi fare non conveniva a nessuno e conveniva collaborare. Ancora una volta, soprattutto per amor di pace, io ti davo l’occasione per recuperare il grande gruppo di acquisto rappresentato dal nostro club che era corteggiato, da tempo, da tantissimi altri tuoi concorrenti.

Ma niente da fare. Il tuo legale non rispose al nostro legale quello che veramente volevi. Tu prendesti volentieri i 41.025 euro dei soci per vendergli i servizi anche nell’agosto 2013

Con quelli il totale dei soldi che hai incassato da Motovacanze diventava di 307.846,98 euro

Il tour in America nell'agosto 2013 ebbe anche quello dei seri problemi. Dei quali io però venni a conoscenza dai soci solo alla fine di novembre, in occasione del Workshop. Nel frattempo, sperando che tu ti fossi "calmato" ed ignaro di quello che avevi già fatto, quando ti avevo incontrato alla fiera della moto di Milano nei primi giorni di novembre ti avevo chiesto di guardare per i voli per il tour di agosto 2014.

Ma tu a tradimento il 10 ottobre 2013 mi avevi già denunciato in qualità di Presidente della associazione all’ufficio Turismo della Provincia di Modena. Ero colpevole secondo te di aver organizzato uno sport che per te non esiste, il MOTOTURISMO. Una attività motociclistica che tu vuoi far passare come fossero solo semplici viaggi. Con la moto vista come semplice mezzo di trasporto, come se fosse un auto o un autobus funzionale solo a collegare tra loro due obiettivi turistici diversi. Denunciando con la tua istanza in pratica anche te stesso: dal 2008 avevi avuto con il club esattamente quella collaborazione che ora sostenevi non era possibile se il club la continuava solo con gli altri tuoi concorrenti. Facendo finta di non sapere che le stesse identiche nostre cose le organizzava la stessa FMI ed i suoi Motoclub (e le organizza anche ora, nel 2015). E soprattutto che le organizzano indisturbate (con modalità forse più discutibili delle nostre) altre associazioni molto conosciute. Tra le quali alcune che, guarda che coincidenza, collaborano ancora con te. Oppure collaborano con tuoi “amici” che, sempre per coincidenza, hanno come avvocato lo stesso tuo avvocato. Bell’esempio di coerenza e di etica. Tua e sua.

Insomma di tante associazioni che ci sono in Italia tu

1) te l'eri presa proprio solo con quella che era stata per tanti anni un tuo importante cliente.
2) Lo avevi fatto nel momento in cui quella associazione aveva messo in discussione la collaborazione con te, non prima.
3) Non ti curavi del fatto che quella collaborazione, anche per amor di pace, ti era stato offerto di recuperarla.
4) Continuavi ad offrirti ad altre associazioni e motoclub per dar anche a loro direzione tecnica e fatturazione (vedi tuo depliant).

Mostrando così agli occhi di tutti i soci informati della tua denuncia (come è d’obbligo fare in una associazione in situazioni del genere) una immagine di te stesso che nessuno vorrebbe come la propria.

Per colpa della tua guerra il 2013 per me è stato un anno di amarezze ed il 2014 è stato un anno durissimo. Nonostante fosse chiaro fin dall’inizio che la tua guerra non ti avrebbe portato nessun beneficio (nel febbraio 2014 oltre 170 soci scrissero in difesa del club alla Provincia di Modena, arrabbiatissimi per la tua denuncia) tu e il tuo legale continuaste con la vostra persecuzione.

Sono decine e decine le pagine che tra ottobre 2013 ed oggi il tuo legale ha scritto a tutti gli uffici in Italia che in qualche modo possono creare dei problemi a Motovacanze. Pagine di argomentazioni e interpretazioni delle normative contro di noi scritte tutte le volte che l’associazione ha modificato il proprio modo di operare, per cercare una modalità che ne consentisse con meno ostilità il suo proseguimento. Tante volte in quegli scritti offendendo con le sue affermazioni e congetture l’intelligenza dei soci che erano determinati a sostenere l’esistenza di Motovacanze per continuare ad operare per gli scopi che era nata.. Che, te lo ripeto, non erano quelli di organizzare direttamente semplici viaggi per i propri soci, dando al termine “viaggio” il suo proprio significato, cioè quello che il codice del turismo identifica negli elementi che proprio tu, ed altri tuoi concorrenti, ci avete sempre venduto negli anni.

 

La vicenda giudiziaria successiva alla tua denuncia non è ancora finita e nessuno può essere sicuro in che tempi e in che modo andrà a finire il mio ricorso in qualità di Presidente del club. Di una cosa però puoi star certo: comunque finisca dentro a quelle aule, tu fuori avrai perso. Perché come disse qualcuno più furbo di te e anche di me “sono i clienti, non i concorrenti, che decidono chi vincerà la guerra”. Se tu non sei stato capace di conquistare i clienti con le buone, i clienti non li tratterrai con le cattive. Se per qualche parola scritta in quelle fumose leggi sul turismo che abbiamo in Italia (e che il tuo legale è convinto di essere il solo capace di interpretare) l’associazione MOTOVACANZE dovesse essere obbligata definitivamente a chiudere, tu in ogni caso non ne ricaverai nulla. Nessuno dei motociclisti che ha vissuto l’esperienza di Motovacanze si azzarderà in futuro a provare a viaggiare con te. Idem per tutti i soci delle altre associazioni alle quali sei andato a rompere le scatole dopo aver iniziato a romperle a noi. Puoi continuare a fare a loro tutte le richieste di amicizia su Facebook che vuoi. Puoi insistere nel mandargli le tue proposte di viaggio o lasciargli patinati depliant sulle moto parcheggiate fuori dalle fiere. Ma perderai solo il tuo tempo. Se non lo hai già scoperto, imparerai anche tu che i voti buoni bisogna guadagnarseli sul campo. E se i voti cattivi sono troppi si perde il posto. Anche se si ha una impresa e non si deve essere rieletti, come me, ogni tanto. Perchè se è vero che le associazioni che lavorano molto bene per i propri soci si può anche costringerle a chiudere (con azioni dall’esterno cattive) è altrettanto vero che le aziende che si comportano molto male verso i loro clienti possono nel tempo perfino fallire. Da sole. Senza che nessuno, a parte il loro titolare, abbia colpe per questo.

Stai sereno.

scrivi@dinomazzini.it

 

 

 

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